L’autostima in età evolutiva: come rafforzare una buon giudizio di sé con l’aiuto dei genitori. Ne abbiamo parlato a #genitorisdivienta.
Potete ascoltare la puntata completa sulla pagina di Radio Cusano Campus cliccando su questo link
L’autostima in età evolutiva: come rafforzare una buon giudizio di sé con l’aiuto dei genitori. Ne abbiamo parlato a #genitorisdivienta.
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Vomito, mal di pancia, mal di testa, difficoltà a dormire, cambiamenti repentini di umore. Era così bravo/a a scuola e adesso fa molte assenze e non vuole andarci. A volte ciò succede perché i ragazzi vivono la scuola come un banco di prova in cui dimostrare quanto valgono. Perciò l’ansia che sentono è legata alla prestazione scolastica.
In alcune situazioni ciò risale all’atteggiamento dei genitori. Quando infatti in famiglia si dà molta importanza alla performance scolastica, trascurando la dimensione relazionale, può succedere che il ragazzo o la ragazza si facciano prendere dall’ansia di prestazione. Oppure può risalire al senso di insicurezza e ad una bassa autostima rispetto alla capacità di superare in maniera efficace le situazioni che vengono vissute come difficili o i periodi che richiedono un impegno intenso e prolungato.
Crescere significa esporsi a eventuali insuccessi e anche rendersi autonomi dai propri genitori, individuarsi, scoprirsi nelle proprie risorse e capacità mettendosi alla prova. Ci sono adolescenti che pur desiderando l’autonomia allo stesso tempo hanno paura dell’insuccesso, di non farcela a superare le sfide che la vita scolastica pone. Di fronte a questa fase evolutiva dei figli alcuni genitori possono non essere pronti a lasciare spazio e a sostenere nelle stesso tempo. A volte pensano che aiutare sia, fare al posto loro o trovare soluzione per loro.
Ci sono dei figli che cercano di farsi amare per i loro successi scolastici, dimostrando di essere bravi, capaci. In alcuni adolescenti fragili, troppa pressione può avere serie conseguenze, dall’uso di droghe all’abbandono scolastico. A volte possono lanciare dei segnali. Ad esempio, pur ottenendo ottimi risultati dicono di non farcela. Questo può voler dire che stanno facendo grossi sforzi per non tradire l’immagine di alunno/a modello che si aveva di sé.
A volte i genitori ripongono nella carriera scolastica dei figli delle aspettative sociali, di riuscire là dove loro non erano riusciti. Una missione implicita, spesso pesante da sostenere. L’ansia di riuscire affligge coloro che ereditano situazioni professionali solide e importanti. Hanno il dovere di continuare la dinastia professionale e vivono nell’incubo di non essere all’altezza.
Quando il divario tra le aspirazioni profonde dei figli e le ambizioni dei genitori diventa troppo grande, è il momento per i genitori di fare un passo indietro e di mandare al figlio il messaggio che lo si ama per com’è e non per le sue ottime prestazioni scolastiche. Può essere il momento di mandare al proprio figlio il messaggio che i genitori credono in lui e lo aiutano a vedere le sue abilità sostenendolo nella sua individualità. Solo in questo modo la scuola può essere vissuta come momento di crescita e non come un terribile banco di prova.
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